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SMART WORKING

SMART WORKING: Il lavoro al tempo del COVID-19

La frase che più di ogni altra sentiamo ripetere ormai da settimane è “RESTARE A CASA”. La guerra contro il nemico invisibile, infatti, ci costringe a limitare, se non annullare completamente, le relazioni umane e questo ha comportato un totale cambiamento nel nostro modo di vivere.

Alla luce di quanto stiamo vivendo anche il mondo del lavoro ha subito notevoli cambiamenti, riscoprendo  il fenomeno dello Smart Working o Lavoro Agile, quale valida risposta alle necessità di molte aziende di poter continuare ad essere produttive e utili grazie al lavoro da “remoto” dei propri collaboratori e dipendenti. Infatti, nell’ambito delle misure adottate dal Governo per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, con il DPCM dell’11 marzo 2020, si raccomanda venga attuato il massimo utilizzo, da parte delle imprese, di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza.

Prima dell’emergenza Coronavirus a lavorare da casa in Italia erano in 570 mila, il 2% dei dipendenti, contro il 20,2 % del Regno Unito, il 16,6% della Francia e l’8,6% della Germania. Poi è esplosa la pandemia e in due settimane, ci comunica il Ministero del Lavoro, 554.754 lavoratori sono stati mandati a lavorare da casa. Numeri che crescono di giorno in giorno: i maggiori operatori telefonici segnalano che il traffico dati sulle linee fisse è aumentato in media del 20% con picchi del 50%.

L’Italia oggi nel ricorso “obbligato e necessario” al lavoro agile si trova ad affrontare un importante test che fa i conti con l’arretratezza tecnologica di tante aziende, con i problemi di connessione, ma soprattutto con l’arretratezza culturale caratterizzata da una mentalità poco aperta all’innovazione e imperniata sulla  convinzione che è preferibile avere i propri “subordinati” tutti fisicamente sotto controllo. Chi regge meglio sono sicuramente le grandi imprese, che avevano iniziato da tempo ad organizzarsi. Ad attuare per prima un piano di smartworking allargato è stata Siemens nel 2011.  L’Eni ne aveva 4.500 in modalità smart, in emergenza se ne sono aggiunti altri 11.000. A ruota sono arrivate le società delle telecomunicazioni, grandi banche, assicurazioni, utility, e anche le fabbriche più avanzate, perché le macchine possono essere programmate a distanza

In cosa consiste lo SMART WORKING?

Lo Smart Working o Lavoro Agile è stato introdotto in Italia con la Legge 22 Maggio 2017 n.81.

Nello specifico l’art.18 della Legge 81/2017 definisce il lavoro agile come:

modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa. La prestazione lavorativa viene eseguita, in parte all’interno di locali aziendali e in parte all’esterno senza una postazione fissa, entro i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale, derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva.”

Per l’adozione dello smart working è dunque necessario un accordo scritto tra le parti, a tempo indeterminato o determinato, che dovrà specificare la disciplina dell’esecuzione della prestazione lavorativa al di fuori dei locali aziendali, nonché le modalità di controllo della stessa, facendo particolare riferimento agli strumenti tecnologici utilizzati .

Gli accordi individuali di smart working, come disposto dall’art. 23 della Legge 81/2017, dovranno essere inviati dalle aziende sottoscrittrici, attraverso la procedura telematica messa a disposizione sul portale dei servizi del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

La finalità dello smart working è duplice:

incrementare la competitività e garantire una miglior conciliazione dei ritmi di vita/lavoro.

Gli smart workers godono dello stesso trattamento retributivo e normativo rispetto ai colleghi che svolgono le medesime mansioni ma all’interno dei locali aziendali. Per quanto riguarda gli aspetti di salute e sicurezza legati a questa forma di prestazione lavorativa, è bene evidenziare che Il datore di lavoro garantisce la salute e la sicurezza del prestatore di lavoro agile, e a tal fine consegna  al lavoratore, nonché al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, con cadenza almeno annuale, un’informativa scritta, nella quale siano individuati i rischi generali e quelli specifici connessi alla particolare modalità di esecuzione del rapporto di lavoro. I lavoratori “agili” hanno, inoltre, diritto alla tutela prevista in caso di infortuni e malattie professionali anche per quelle prestazioni rese all’esterno dei locali aziendali e nel tragitto tra l’abitazione ed il luogo prescelto per svolgere la propria attività. Per le modalità di recesso dallo smart working , l’art.19 co. 2 della Legge 81/2017, stabilisce che se l’accordo tra le parti è stato stipulato a tempo determinato, il recesso deve avvenire in presenza di un giustificato motivo; se, invece, lo smart working è a tempo indeterminato, il recesso può avvenire senza preavviso, solo in caso di giustificato motivo, mentre, in assenza di giustificato motivo, il recesso deve essere dato con preavviso di trenta giorni (novanta se il lavoratore è assunto come quota riservata ai disabili).

I vantaggi che lo Smart Working porta con sé sono molteplici: dalla flessibilità del lavoro rispetto a quello tradizionale, in termini di tempi e modalità lavorative, alla diminuzione dei costi legati alla diversa collocazione fisica e non onerosa del luogo di lavoro, dalla riduzione dell’inquinamento dettata da un calo del traffico sulle strade, all’aumento del brand awarness, perché un’azienda che adotta politiche di smart working si distingue ed è più attrattiva sul mercato, inoltre, nella realtà in cui il lavoro agile è, ormai, ampiamente diffuso, è indubbio l’aumento della produttività del team.

Per l’Italia la rivoluzione dello Smart Working è stata improvvisa ed ha rappresentato, per molti, una grande novità. E’ chiaro, però, che al termine dell’evento difficile e straordinario che stiamo vivendo, non potremo più trascurarne il suo utilizzo ma, sarà necessario riorganizzare, in modo efficace ed efficiente, il sistema che governa il lavoro agile, a partire dalla individuazione di Manager preparati in grado di gestire le nuove modalità lavorative.

Per il momento RESTIAMO A CASA e sperimentiamo il LAVORO AGILE del Futuro!

 

 

 

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