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Bando “Resto al Sud 2.0” – agevolazioni per imprese e professionisti

Di che si tratta

Resto al Sud 2.0, inserito nel nuovo Decreto Legge Coesione, vuole stimolare l’apertura di nuove imprese nelle regioni del Mezzogiorno. Nel precedente schema del Resto al Sud, le regioni coinvolte comprendevano Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, nonché le aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria) e le isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord. Le regioni che beneficeranno di questi nuovi incentivi saranno specificate in un futuro decreto interministeriale, anche se saranno principalmente quelle del Mezzogiorno.

 

Beneficiari

Sono destinatari dell’intervento i giovani di età inferiore ai trentacinque anni e in possesso di uno dei seguenti requisiti:

  • condizione di marginalità, di vulnerabilità sociale e di discriminazione, come definite dal Piano nazionale Giovani, donne e lavoro 2021 – 2027;
  • inoccupati, inattivi e disoccupati;
  • disoccupati destinatari delle misure del programma di politica attiva Garanzia di occupabilità dei lavoratori GOL.


Cosa finanzia

L’agevolazione consente di ottenere finanziamenti per progetti che riguardano l’avvio di attività autonomo, libero professionale o imprenditoriale. Queste attività possono essere intraprese individualmente o in forma collettiva e possono anche necessitare dell’iscrizione a ordini o collegi professionali.

Nelle fasi iniziali, le attività che possono usufruire dei contributi devono essere avviate con l’apertura di una partita IVA, utile sia per formare un’impresa individuale che per esercitare una professione in modo autonomo. È anche possibile avviare queste attività tramite la costituzione di società di diverso tipo, come società in nome collettivo, in accomandita semplice, a responsabilità limitata, cooperative o tra professionisti.


Agevolazioni  e spese ammissibili

Gli incentivi sono fruibili, in conformità con le disposizioni al regolamento (UE) 2023/2831 sugli aiuti de minimis, in via alternativa e consistono nel riconoscimento di:

  • un voucher di avvio in regime de minimis, non soggetto a rimborso, utilizzabile per l’acquisto di beni, strumenti e servizi per l’avvio delle attività di cui sopra, per un importo massimo di 40.000 euro per le attività aventi sede legale nelle aree del Mezzogiorno e nei territori delle regioni dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016. Nel caso di acquisto di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o di beni diretti ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico, l’importo massimo del voucher di 50.000 euro per le attività aventi sede legale nelle aree del Mezzogiorno e nei territori delle regioni dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016;

 

  • un aiuto in regime de minimis per programmi di spesa di valore non superiore a 120.000 euro, consistente in un contributo a fondo perduto fino al 75 % per l’avvio delle attività aventi sede legale nelle aree del Mezzogiorno e nei territori delle regioni dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016;

 

  • un aiuto in regime de minimis per programmi di spesa oltre 120.000 euro e fino a 200.000 euro, consistente in un contributo a fondo perduto fino al 70 % per l’avvio delle attività aventi sede legale nelle aree del Mezzogiorno e nei territori delle regioni dell’Italia centrale colpite dagli  eventi sismici del 2009 e del 2016.


Come funziona

Si attende ora il Decreto interministeriale che stabilirà termini, criteri e modalità di finanziamento delle iniziative.

 

Per partecipare al bando o per approfondimenti CONTATTA UN CONSULENTE  FARIMPRESA.

 

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