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SICUREZZA IN AZIENDA DOPO IL COVID 19

LA GESTIONE DELLA SICUREZZA IN AZIENDA A SEGUITO DELLA DIFFUSIONE DEL COVID-19

L’ art.32 della Costituzione Italiana sancisce la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. Tale principio è garantito dalla legge che impone a tutti i datori di lavoro l’obbligo di applicare ogni misura necessaria per assicurare la sicurezza dei propri dipendenti.

Partendo da questo principio cardine della nostra Costituzione, la situazione di emergenza causata dalla pandemia da Coronavirus implica, ancor più di prima, un’adeguata attenzione e definizione di standard di sicurezza accurati e specifici.

La fase di ripresa degli spostamenti e la riapertura delle attività produttive sarà probabilmente graduale, ma non potrà prescindere dall’applicazione di misure di sicurezza volte a garantire la collettività e, nel caso di specie, i lavoratori con i massimi livelli di protezione.

Il 14 marzo 2020 il Governo e i rappresentati delle parti sociali hanno siglato il “Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”. Tale disciplina contempla dellemisure di prevenzione e protezione in materia di salute e sicurezza che i datori di lavoro devono porre in essere – altresì – in osservanza della più generale disciplina sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro ex D.Lgs. n. 81/2008.

Tale documento è divenuto vincolante, erga omnes, nei contenuti in seguito al DPCM del 22 Marzo sostituito dal DPCM del 10 Aprile che ha confermato tale precetto e rappresenta, ad oggi, lo strumento fondamentale per definire regole specifiche tese a delineare misure operative per il contrasto e contenimento della diffusione del COVID – 19

All’ interno del protocollo, il Covid-19 è definito “rischio biologico generico” . Urge, pertanto, un’analisi degli adempimenti che il datore di lavoro deve assolvere con riferimento al rischio “biologico generico”, cagionato dal virus COVID-19 e alla specificità di ogni settore professionale. Seppur il Protocollo stabilisce delle procedure di massima da applicare in azienda, le stesse vanno adeguate e ponderate in relazione alla tipologia di attività produttiva in essere.

COSA PREVEDE IL PROTOCOLLO CONDIVISO DI REGOLAMENTAZIONE PER IL CONTENIMENTO DELLA DIFFUSIONE DEL COVID -19

L’obiettivo del protocollo è quello di regolamentare le misure di contrasto e contenimento del Covid-19 e dare indicazioni operative per rendere efficaci negli ambienti di lavoro le misure precauzionali di contenimento dell’epidemia. Di seguito gli interventi minimi necessari previsti dal Protocollo di sicurezza anti – contagio:

Informazione a tutti i lavoratori e a chiunque entri in azienda, circa le disposizioni delle Autorità, consegnando e/o affiggendo all’ingresso e nei luoghi maggiormente visibili dei locali aziendali, appositi depliants informativi. Le informazioni possono riguardare:

  • L’obbligo di rimanere al proprio domicilio in presenza di febbre o altri sintomi influenzali;
  • La consapevolezza del fatto di non poter fare ingresso in azienda, laddove sussistano le condizioni di pericolo;
  • L’impegno a rispettare tutte le disposizioni delle Autorità e del datore di lavoro nel fare accesso in azienda;
  • La preclusione dell’accesso a chi, negli ultimi 14 giorni, abbia avuto contatti con soggetti risultati positivi al COVID-19 o provenga da zone a rischio secondo le indicazioni dell’OMS2;
  • L’impegno a informare tempestivamente e responsabilmente il datore di lavoro della presenza di qualsiasi condizioni di pericolo o di sintomi influenzali durante l’espletamento della prestazione lavorativa

Modalità di ingresso in azienda:

  • Il personale, prima dell’accesso al luogo di lavoro potrà essere sottoposto al controllo della temperatura corporea. Se tale temperatura risulterà superiore ai 37,5°, non sarà consentito l’accesso ai luoghi di lavoro.

Individuazione di procedure di ingresso, transito e uscita, per i fornitori mediante modalità, percorsi e tempistiche predefinite, al fine di ridurre le occasioni di contatto con il personale in forza nei reparti/uffici coinvolti.

Pulizia e sanificazione delle aziende, precauzioni igieniche sanitarie e Dispositivi di protezione individuale

L’azienda deve assicurare la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro, garantendo la pulizia a fine turno e la sanificazione periodica dei dispositivi professionali, mettendo a disposizione mascherine secondo l’indicazione dell’autorità sanitaria, assicurando idonei mezzi detergenti per le mani e raccomandando ai dipendenti la frequente pulizia delle mani con acqua e sapone.

Gestione spazi comuni

Accesso contingentato, tempi ridotti di sosta, rispetto distante di sicurezza di 1 metro, sanificazione periodica e pulizia giornaliera di questi spazi.

Organizzazione aziendale

Da attuarsi attraverso piani di turnazione, smart working per tutte le attività che possono essere svolte a domicilio, rimodulazione dei livelli produttivi, utilizzo degli ammortizzatori sociali disponibili nel rispetto degli istituti contrattuali.

Gestione entrata ed uscita dei dipendenti

Definizione di orari di ingressi/uscita scaglionati.

Spostamenti interni, riunioni, eventi interni e formazione

Evitare spostamenti frequenti nel sito aziendale, evitare le riunioni in presenza, sospensione di tutte le attività formative in aula; possibile, comunque, la formazione a distanza.

Gli ultimi punti riguardano poi la gestione di una persona sintomatica (obbligo di dichiararlo immediatamente all’ufficio del personale e poi procedere al suo isolamento) e la sorveglianza sanitaria, il medico competente ed RLS. Presso le aziende viene costituito un Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo con la partecipazione delle rappresentanze sindacali e del RLS. Molte aziende hanno provveduto, in relazione a tale regolamentazione, a pianificare le attività di ripresa produttiva realizzando un apposito programma di contenimento del virus Covid-19.

IL CASO DELL’AZIENDA FERRARI

L’azienda ha organizzato l’ambiente di lavoro mediante il progetto Back on Track”, nato dalla collaborazione di esperti, quali il Dott. Nicola Bedin, Presidente di Lifenet HealthcareProf. Roberto Burioni dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e Dott. Maurilio Missere con il patrocino della Regione Emilia Romagna.

IL BACK ON TRACK

Il Back on Track presuppone, in prima istanza, lo screening volontario da parte dei dipendenti, parenti conviventi degli stessi e fornitori che hanno rapporti con la società, mediante l’analisi del sangue al fine di verificare lo stato di salute di ciascuno ed esulare eventualmente il rischio che persone, asintomaticamente positive, possano entrare in contatto con altre. Un app mobile permetterà poi di verificare che il personale, coinvolto nel progetto, possa ricevere supporto medico, monitorare lo stato di salute e nel caso di positività da Coronavirus di rintracciare tutti i contatti eventualmente coinvolti. In ultimo, ma non per importanza, la società metterà a disposizione del proprio organico un servizio di assistenza sanitaria e psicologica, una copertura assicurativa gratuita per chi contrae il virus e alloggi adatti all’isolamento con supporto medico e infermieristico e tutti i mezzi medicali idonei a garantire la guarigione dei dipendenti affetti. Sebbene il progetto Back on Track è esemplificativo di misure all’avanguardia che consentono di porre in sicurezza i lavoratori, è vero anche che lo stesso viene realizzato in una realtà imprenditoriale florida che può gestire economicamente una serie di procedure avanzate volte alla ripresa economica in totale sicurezza, ma bisogna considerare che invece il tessuto imprenditoriale è costituito anche da piccoli e medi imprenditori, i quali – ad oggi – per l’emergenza epidemiologica sono quasi al collasso economico – e per tale motivo non hanno la liquidità necessaria per poter essere in grado di sostenere i costi, che in questo particolare momento storico, risultano onerosi per l’applicazione delle procedure. Attendiamo l’esito delle risultanze della Task Force messa in campo dal Governo per la definizione di soluzioni e modelli organizzativi da attivare, per poter dare inizio alla FASE 2 prevista, ad oggi, per il 4 Maggio. Il Comitato tecnico ha al momento individuato 4 classi di rischio sulla base dei codici ATECO e dal parametro di aggregazione sociale che caratterizza ogni codice Ateco (verde – rischio basso; rosa-rischio medio/basso; giallo – rischio medio/alto; rosso – rischio alto) ma ancora non sappiamo esattamente quale di queste attività potrà ripartire e come. Lo scenario da affrontare nei prossimi mesi è sicuramente difficile, ma con il rispetto delle regole, proprio come abbiamo fatto fino ad ora, lentamente potremo tornare alle nostre attività in sicurezza, avendo cura gli uni degli altri!

 

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