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LE POLITICHE ATTIVE ED IL LORO IMPATTO SUL MONDO DEL LAVORO

Le politiche per il lavoro sono un insieme di interventi di natura pubblica, tese a promuovere l’occupazione e ad agevolare determinate categorie di soggetti come: disoccupati, occupati a rischio di perdita involontaria del proprio lavoro, persone svantaggiate che vorrebbero inserirsi nel mercato del lavoro.

Si distinguono in:

POLITICHE PASSIVE

Misure rivolte a chi ha perso il posto di lavoro ed hanno come obiettivo quello di ridurre il disagio sociale ed economico dei disoccupati.

Rientrano tra le “politiche passive” tutte le forme di sostentamento di natura prettamente assistenzialista ed economica che si realizzano con la cessazione involontaria del rapporto di lavoro (es. la Naspi) o nei casi di sospensione totale o parziale della prestazione professionale (es. CIGO o CIGS).

POLITICHE ATTIVE

Iniziative, misure, programmi ed incentivi messi in campo per aiutare le persone in cerca di occupazione o a rischio disoccupazione, a trovare un lavoro.

Le politiche attive, dunque, presuppongono che il lavoratore sospeso parzialmente o totalmente dal lavoro o disoccupato ponga in essere comportamenti proattivi volti alla ricerca intensiva di un lavoro, proprio attraverso le politiche attive messe in campo.

Tra i servizi e le misure di politica attiva troviamo: il supporto nella ricerca attiva del lavoro, attività di formazione ai fini della qualificazione e riqualificazione professionale, dell’autoimpiego e dell’immediato inserimento lavorativo, l’accompagnamento al lavoro, la promozione di esperienze lavorative attraverso lo strumento dei tirocini.

Troviamo, sempre nell’ottica della crescita occupazionale, incentivi di varia natura rivolti a diversi target: giovani, donne, over 50, lavoratori e lavoratrici in CIGS, soggetti svantaggiati, percettori di Naspi.

A questi si aggiungono gli incentivi per la creazione di impresa per donne e giovani, come il Fondo SELFIEmployment rivolto ai ragazzi e ragazze inseriti nel Programma Garanzia Giovani e altri programmi nazionali come FIXO che favorisce i percorsi di alternanza scuola –lavoro.

E’ bene, inoltre, ricordare che il D.Lgs n.150/2015 ha riorganizzato i servizi per il lavoro e le politiche attive, istituendo l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL) ed una Rete Nazionale dei servizi e delle politiche attive al fine di permettere una ricollocazione più rapida dei soggetti inattivi nel mercato del lavoro.

L’ ANPAL ha il compito di coordinare la rete dei Servizi per il lavoro promuovendo progetti di formazione e riqualificazione professionale con strumenti e metodologie a supporto degli operatori pubblici e privati del mercato del lavoro (strutture regionali per le politiche attive del lavoro, Inps, Inail, le Agenzie per il Lavoro e altri intermediari autorizzati).

In tal senso, gli enti pubblici e privati accreditati – a livello nazionale o regionale – ai servizi per il lavoro, attraverso una fase preliminare di analisi e orientamento specialistico, individuano soft e hard skills, propensioni e attitudini e definiscono un programma personalizzato, al fine di colmare le carenze professionali e potenziare le competenze maturate, per una più rapida collocabilità del destinatario.

Si è evidenziato, come, grazie alle politiche attive del lavoro che supportano lo status di disoccupazione e quindi attraverso la partecipazione a percorsi di formazione in aula oppure on the Job, vi è un minore distacco tra domanda e offerta di lavoro e una migliore risposta alle esigenze di mercato.

E’ proprio in questo che risiede la ratio delle disposizioni normative che disciplinano le politiche attive del lavoro, secondo cui l’assistenzialismo delle politiche passive è una condizione esclusivamente transitoria, utile al sostentamento economico e volta alla possibilità di potersi collocare/ricollocare nel contesto socio – economico in cui si vive.

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