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DIVERSITY MANAGEMENT

“DIVERSITY MANAGEMENT”: DIVERSITA’ E INCLUSIONE NELLE AZIENDE

La diversità è da sempre parte della storia dell’umanità. Anche se spesso si tende a dimenticarlo, la diversità degli uomini dovrebbe essere vista come occasione di crescita e arricchimento.

In una società in cui assistiamo a continui e rapidi cambiamenti da un punto di vista demografico, diversificazione della forza lavoro, dei clienti e dei mercati, nuove modalità di lavoro all’interno delle aziende e tra le aziende, diventa fondamentale e strategica una corretta valorizzazione delle diversità delle risorse umane.

Numerosi studi hanno evidenziato che la maggioranza dei conflitti in azienda è dovuta ad incomprensioni culturali e per affrontare il problema non basta gestire diversità come la lingua, la nazionalità, l’etnia, ma occorre una conoscenza profonda della cultura aziendale, organizzativa, individuale e di team della propria azienda.

COS’È IL DIVERSITY MANAGEMENT? E PERCHÉ È IMPORTANTE PER LE AZIENDE?

Il Diversity Management è l’insieme di policy volte a valorizzare la diversità all’interno di un ambiente di lavoro e riguarda diversità molteplici quali quelle di genere, di orientamento sessuale, di origine etniche, di abilità fisiche, ecc.

Oltre ad essere importante da un punto di vista etico, l’integrazione e il rispetto delle diversità costituiscono punti di forza anche a livello di business e di employer branding, in quanto migliorano l’immagine dell’azienda all’esterno. Infatti, in un ambiente in cui tutti si sentono a proprio agio e possono esprimere la propria diversità, le persone sono sottoposte a minor stress e lavorano meglio. Non solo, l’inclusione delle diversity contribuisce all’innovazione e al cambiamento, perché dà modo di sfruttare punti di vista differenti.

Secondo una ricerca del marzo 2018 di TOP EMPLOYERS INSTITUTE – ente certificatore globale d’eccelenza delle pratiche HR – le aziende italiane sono risultate ai primi posti per politiche di inclusione e percorsi di formazione, registrando un impegno sempre maggiore delle HR.

Il 71% delle aziende certificate Top Employers Italia mette in atto sistematicamente piani di assunzione di persone provenienti da background svantaggiati, un dato sensibilmente virtuoso e ampiamente superiore a quello europeo, che è del 61%. Queste assunzioni rientrano in piani strutturati e definiti di Programmi di Gestione della Diversità, adottati dal 69% delle aziende italiane, in linea con la media europea (71%). L’Italia guadagna però la prima posizione sui programmi di formazione dedicati a gruppi specifici di dipendenti, che sono presenti nel 73% delle aziende di casa nostra, a fronte del 69% delle europee.

I TEMI del DIVERSITY MANAGEMENT

Il tema più attuale è risultato essere quello sulla differenza di genere, poi troviamo iniziative rivolte ai giovani e a seguire quelle rivolte alle persone disabili. Nonostante il sostanziale invecchiamento della forza lavoro, poca attenzione è rivolta, invece, ad interventi sui lavoratori over 50.

Il tema delle pari opportunità è quello sui cui bisogna ancora lavorare molto. Nel nostro Paese le donne faticano ancora ad ottenere livelli retributivi pari a quelli dei colleghi maschi e si scontrano, in molti contesti lavorativi, con il cosiddetto “tetto di cristallo” che impedisce loro di avere uguali chance di carriera. Un quadro che deriva in parte da vere e proprie discriminazioni e dall’altro da un’organizzazione sociale nella quale sulle spalle delle donne italiane grava spesso l’onere del care giving intergenerazionale, in assenza di servizi sociali efficaci e di reti di sostegno pubbliche. In questo le aziende possono fare tanto e offrire alle lavoratrici progetti di welfare mirati e politiche di gestione interne tese alla flessibilità.

Altro aspetto da non sottovalutare è che la nostra società sta diventando sempre più multietnica, i team di lavoro sono spesso formati da persone con provenienze sociali, culturali ed etniche molto variegate ed è estremamente importante tener conto di questo aspetto nelle politiche di Diversity ed di inclusione.

Un’indagine di AIDP, Associazione Italiana Direttori del Personale, afferma che il 71% delle aziende italiane impiega personale proveniente da 45 stati. Dal 2008 al 2017 la presenza straniera nel mercato del lavoro è diventata sempre più significativa: da 1,7 milioni di occupati si è passati a 2,4 milioni (+43%), circa il 10,5% del totale. Il 46% svolge mansioni esecutive, il 25% impiegatizie, l’11% sono tecnici specializzati, il 17% tra quadri e dirigenti. I Paesi che contano più addetti sono Romania, Albania, Marocco, polonia e Cina, con diversità socioculturali decisamente non trascurabili.

LE INIZIATIVE ITALIANE PIU’ INTERESSANTI SUL TEMA DELLA DIVERSITY

UNILEVER ITALIA

 Mette a disposizione delle proprie lavoratrici sale per allattare, nido, smart working. Il 40% della classe manageriale è composta da donne.

IKEA

Sostiene il diritto ad essere nonni, per cui dà la possibilità ai propri dipendenti che diventano nonni di avere una giornata di permesso. L’azienda ha, inoltre, introdotto il congedo per stalking e maltrattamenti familiari per i lavoratori/trici vittime di atti persecutori o maltrattamenti familiari.

INTESA SAN PAOLO

Lavora per una valorizzazione del talento e un incremento della leadership femminile (che riguarda non solo la creazione di un bacino di sviluppo per talenti femminili, ma anche un adeguamento salariale). Inoltre, punta a favorire l’assunzione di figure di età superiore ai 45 anni e garantisce pari diritti alle coppie omosessuali.

IBM

Gestisce vari progetti per includere e creare condizioni lavorative idonee a persone con fragilità o con malattie croniche e degenerative o sottoposte a periodi di cura come la chemioterapia.

TIM

Dal 2009 aiuta e sostiene i propri dipendenti omosessuali. In tanti sono quelli che, grazie a questa iniziativa hanno deciso di fare coming out.

ACCENTURE

Garantisce permessi ai papà e pari diritti e opportunità alle coppie omosessuali, come il congedo matrimoniale.

 Alcune di queste aziende sono anche iscritte a Parks, un’associazione italiana senza scopo di lucro formata principalmente da multinazionali come Microsoft, Google, Jhonson&Jhonson, Philips, Coca Cola, BNL e Unicredit, che hanno deciso di valorizzare il diversity management e di instaurare uno spirito di accettazione. Queste garantiscono rispetto ai propri dipendenti e la possibilità di crescere professionalmente al di là delle differenze.

A ben vedere, dunque, la diversity non è un problema da gestire, ma un’opportunità da far fruttare.

Un team di lavoro variegato è in media più performante di uno in cui predomina l’omologazione, una gestione delle risorse umane inclusiva promuove un’immagine positiva del luogo di lavoro, attira i talenti e favorisce un contesto dinamico!

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuovi territori, ma nel possedere altri occhi, vedere l’universo attraverso gli occhi di un altro, di centinaia d’altri: di osservare il centinaio di universi che ciascuno di loro osserva, che ciascuno di loro è” (Marcel Proust)

 

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